L’ambone


Ambone è un termine che deriva dal verbo greco che significa “salire”.

Nelle chiese antiche era un luogo alto, in genere di pietra e particolarmente ornato, per la proclamazione della Parola di Dio: su di esso saliva il diacono per il canto dell’Exultet all’inizio della grande liturgia della vigilia di Pasqua e per l’annuncio dell’Evangelo nei giorni festivi.

L’ambone è dunque il luogo dell’annuncio della buona notizia: Cristo è risorto!

L’antico ambone della nostra Cattedrale, collegato al presbiterio e proteso verso la navata centrale, venne smantellato nel 1565: le fonti coeve ricordano che si ergeva su quattro colonne, ornato di tavole di marmo in cui erano scolpiti i misteri della Passione del Signore.
E’ molto probabile che i tre capitelli, con scene tratte dal Genesi e dal Libro dei Re, conservati assieme alla lastra frammentaria della Maiestas Domini nella Galleria Nazionale, il rilievo con laDeposizione dalla croce murato nel transetto destro della Cattedrale e i quattro leoni marmorei ora al Museo Diocesano, facessero parte di questo ambone la cui esatta ricostruzione è molto problematica.

L’iscrizione metrica incisa lungo il bordo superiore della lastra con la Deposizione rivela il nome dell’artefice: lo scultore Benedetto Antelami, che nel 1178 portò a termine assieme alla sua bottega la nuova sistemazione del presbiterio della mater ecclesia.