Fra tarda antichità e Medioevo


Una comunità cristiana gerarchicamente organizzata è attestata a Parma almeno dalla seconda metà del IV secolo.
Alcune fonti ricordano infatti il Vescovo Urbanus in rapporto alle discussioni teologiche che infiammarono la Chiesa in quel periodo: il primo Vescovo di Parma di cui si abbia notizia era probabilmente un sostenitore degli errori sulla natura di Cristo derivati dall’insegnamento di Ario, già condannato come eretico dal Concilio di Nicea nel 325.

Tra V e VI secolo comincia ad attuarsi il processo di cristianizzazione dello spazio urbano: in una città in trasformazione la chiesa del Vescovo con la sua casa e il Battistero diventano quasi simbolo della città stessa.

Il complesso episcopale si sviluppò in un’area periferica rispetto al centro della città romana d’età imperiale, inclusa però nel perimetro delle fortificazioni tardoantiche, a ridosso del loro lato nord.
All’interno di un isolato corrispondente grosso modo all’odierna piazza Duomo venne costruita una grande basilica presumibilmente a tre navate, con pavimentazioni a mosaico ed arredi marmorei.
Un brano del tappeto musivo della navata sud, recuperato nel 1955 ed ora esposto nel Museo diocesano assieme a due frammenti della fronte di un altare a cassa reimpiegati nel pavimento rinascimentale del Duomo, sembrerebbero riportare la costruzione della basilica al VI secolo, ma non si può escludere che un edificio di culto esistesse già prima, almeno dalsecolo V.

Fin dall’Altomedioevo la Cattedrale, spesso definita nelle fonti semplicemente ecclesia Sanctae Mariae, era dedicata alla Vergine. Forse anche in seguito a un incendio che la distrusse o la danneggiò dovette abbandonare il sito della basilica paleocristiana ed essere ricostruita nell’area retrostante; ciò avvenne molto probabilmente nel corso del IX secolo, durante il lungo episcopato di Guibodo, sulla cattedra parmense dall’anno 860 alla sua morte, avvenuta nell’895.

A questo Vescovo di origine franca si deve anche la costruzione a fianco della Cattedrale di un luogo in cui i chierici e i sacerdoti che celebravano la liturgia nella mater ecclesia potessero condurre vita comune; essi erano chiamati canonici, ossia coloro che, sull’esempio delle regole monastiche, vivevano rispettando determinati canoni. Guibodo costituì il Capitolo dei canonici con un solenne atto stilato il 29 dicembre 877: ancora oggi i canonici, il cui numero è fissato almeno a quattro, curano la vita liturgica della Cattedrale.