Il Museo Diocesano di Parma ha sede nel palazzo Vescovile, che sorge in piazza del Duomo e occupa una parte del seminterrato del Palazzo, con ingresso da Vicolo del Vescovado 3/A.

Direttore del Museo Diocesano: arch. Sabrina Giorgi
Collaboratore del Museo Diocesano: don Massimo Fava

Scopri la storia del Museo Diocesano

L’allestimento

L’allestimento museale prevede un percorso espositivo di tipo cronologico incentrato sulla storia della diffusione del cristianesimo nella città, a partire dall’epoca romana e prosegue poi con la sezione altomedievale e medievale.

I reperti esposti sono corredati da pannelli che ne illustrano il significato all’interno del contesto di provenienza, con particolare interesse verso la formazione del complesso Episcopale, della Cattedrale e del Battistero. Nell’ambito del percorso museale si può vedere un tratto delle mura romane tardoantiche della fine del III secolo d.C. Fra gli oggetti esposti sono presenti reperti paleocristiani, monete, stucchi romani e ceramiche altomedievali.

L’Angiol D’Or

A Parma lo chiamano “L’Angiolen dal Dom” e quella esposta al Museo è la statua originale. Fino al secolo scorso era posizionata sull’apice del campanile della Cattedrale, dove oggi è possibile vedere una copia.

Alta 1,42 e formata da due valve cave di rame realizzate a fusione, la statua raffigura l’arcangelo Raffaele che si presenta in piedi, con le ali aperte, vestito di un abito a drappeggi: in mano tiene una grande croce e un’aureola dorata gli circonda il capo. Non sappiamo il nome dell’autore, ma l’artista sicuramente conosceva l’opera del grande Antelami e certo ne aveva ammirato i tanti angeli presenti nella sua opera, tra cui le due statue di Gabriele e Michele sul lato nord del Battistero.

Gli arcangeli Michele e Gabriele

Le due statue antelamiche degli Arcangeli Michele e Gabriele ornavano la porta di ingresso nord del Battistero verso Piazza Duomo.

I due Arcangeli occupavano le due nicchie sopra al portale della Vergine e facevano parte del grande progetto architettonico di Benedetto Antelami per il Battistero di Parma. La scultura dell’Arcangelo Michele è un esempio molto raro di reimpiego, poiché ad esclusione della testa e dei piedi, si pensa sia una statua proveniente dai monumenti di Parma romana. L’Arcangelo Gabriele è scolpito nella stessa pietra, una calcarenite organogena vicentina, da cui sono state ricavate tutte le altre statue del Battistero.

Re Salomone e la Regina di Saba

Anche queste due statue erano collocate nella porta di ingresso nord del Battistero e sono opera del grande maestro Benedetto Antelami.

Le due statue si presentano scolpite quasi a tutto tondo e ancora oggi hanno tracce di policromia. Il re Salomone, rivolto verso sinistra, guarda la sua ospite e, con la bocca socchiusa, sembra le stia parlando, mentre la regina di Saba sembra voltarsi ad ascoltare Salomone con la testa coronata lievemente girata e veste un elegante abito drappeggiato. Le due figure, di grande eleganza e suggestione, ci rimandano con il loro portamento e abbigliamento ai modelli di sovrani orientali e di aristocratiche dame francesi, ponendo altri interrogativi sulla vita, sui viaggi e sulla figura straordinaria di Benedetto Antelami.

I due Profeti

Assieme ai due Arcangeli, alla Regina di Saba e al Re Salomone, queste due statue completavano il gruppo antelamico collocato nell’ingresso nord del battistero.

I due profeti erano collocati nella nicchia a sinistra del portale e rappresentano Davide e Natan, o forse Abuc (a causa della caduta di una lettera, l’interpretazione dell’iscrizione non è univoca). Le due figure, di grande eleganza e suggestione, contengono richiami alla scultura francese, suggerendo all’osservatore la poliedrica formazione dell’Antelami.

Il Mosaico del Museo Diocesano

Portato alla luce nel 1955 e ritrovato nella zona sud di Piazza Duomo, questo mosaico è stato datato approssimativamente al VI secolo.

La porzione esposta al Museo si presenta come una geometria di esagoni disposti a nido d’ape, al cui centro è posto un emblema circolare contenente un vaso (“chataros”), due coppie di pesci e una coppia di delfini. Vista la presenza di iscrizioni con i nomi degli offerenti, si pensa che il mosaico potesse essere collocato in un edificio di culto cristiano, forse la stessa basilica paleocristiana esistente prima dell’attuale cattedrale. Il “cantharos”, raffigurato al centro del mosaico, è oggi il simbolo del Museo Diocesano di Parma.

I capitelli della Cattedrale altomedievale

Un’attendibile ricostruzione storica ci suggerisce che questi capitelli fossero parte della Cattedrale altomedievale, ovvero quella edificata dopo la basilica paleocristiana, che si ritiene fu distrutta da un terribile incendio nel X sec.

Questi reperti farebbero dunque parte di quel grande rinnovo edilizio che ha interessato tutta la zona e gli edifici della Piazza Duomo di allora, di cui ne sarebbe prova anche il potente muro di ciottoli, spezzoni laterizi e malta rinvenuto di recente in occasione dei lavori di ripavimentazione del sagrato